La Storia

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L'Istituto dei Ciechi "Ardizzone Gioeni" nasce negli anni '90 per un atto di liberalità del filantropo Tommaso Ardizzone Gioeni che, con testamento segreto del 10 marzo 1884, erigeva ad erede universale del suo ingente patrimonio un Ospizio-Spedale "in sollievo dei Ciechi indigenti d'ambo i sessi''. La costruzione doveva aver luogo secondo "il miglior sistema che per dette opere avranno adottate le primarie città d'Italia". L'Opera venne progettata  da due tra i migliori architetti dell'epoca, Filadelfo Fichera ed il di lui figlio Francesco che, alla morte del padre, la portò a compimento. L'Istituto fu consegnato ai catanesi il 30 maggio 1911, inaugurato dai Sovrani d'Italia Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro, alla presenza del Presidente del Consiglio Giovanni Giolitti e del Cardinale Giuseppe Francica Nava.

 

 

Il Fondatore: Tommaso Ardizzzone Gioeni (1803 - 1894)

Tommaso Ardizzone Gioeni nacque a Catania il 29 settembre 1803 da Nicolò, Barone di San Vito e da Isabella Gioeni. Sposò Marianna Anzalone figlia del barone Nicolò Anzalone. Della vita sua, riservata e schiva, si hanno poche notizie. Sappiamo, invece, per certo che fu non soltanto un generoso filantropo, ma anche un lungimirante fondatore avendo avuto cura, nel corpo del testamento, di conservare l'integrità dell'ente vietandone l'ingerenza altrui, sia mediante aggregazioni di altre Opere Pie, che con sussidi o rendite di enti che avrebbero potuto reclamare diritti nell'amministrazione della fondazione.

 

 

Nel testamento Ardizzone Gioeni dettò le regole necessarie per la nascita della fondazione, per la nomina dell'esecutore testamentario e della prima fidecommissaria, che venne costituita il 14 aprile del 1894, anno della sua morte. La fidecommissaria, onorando la volontà del testatore, avviò il procedimento di riconoscimento della fondazione come Istituzione di Pubblica Assistenza e Beneficenza ai sensi della legge 17 luglio 1890, n.6972, riconoscimento che fu dato con R.D. del 31 marzo 1895, con cui il re Umberto I innalzava la fondazione in Ente Morale.

In tutti questi anni, quasi un secolo, centinaia di ciechi provenienti dalla Sicilia e da varie regioni del meridione d'Italia hanno trovato ricovero, cura e assistenza, salvati dall'incuria e dal pregiuduzio di una società che all'epoca non era ancora pronta ad assumere, quale dovere morale e civile, la cura di soggetti colpiti da un grave handicap. "I ciechi avranno vitto, letto, vestimento completo, servizio e quant'altro potesse occorrere loro sia in stato di sanità she di malattia".

Il lavoro che l'Istituto in questi anni ha svolto ha consentito a moltissimi ciechi di entrare a pieno titolo nella società, ma il suo compito non si è di certo esaurito perchè i programmi futuri sono talmente importanti per i non vedenti che daranno a tutti, amministartori ed operatori, l'energia necessaria per continuare la grande opera morale di Ardizzone Gioeni.

 

 

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